In ricordo dell'Uragano del 23 Agosto 2020

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Nessun Sanmichelato potrà dimenticare il pomeriggio del 23 Agosto 2020, quando un autentico Uragano si abbatté sul nostro Quartiere e sulla nostra Città.

La mia Automobile si trasformò in un Groviera e i danni per molti compaesani furono ingenti, oltre che sulle auto, ai terreni agricoli e alle abitazioni.

In questi giorni, mentre si annuncia l’ennesimo acquazzone e alcune compagnie assicurative inviano minacciosi SMS di “avviso grandine”, non possiamo evitare di chiederci che cosa stia accadendo alla nostra biosfera.

Ora, diranno in molti/e, i temporali ci sono sempre stati e così la grandine, ma quello che colpisce è la frequenza e l'imponenza di questi avvenimenti e le conseguenze disastrose che provocano.

Il riscaldamento globale è un fattore determinante, piu' è forte la differenza di potenziale tra masse di aria calda e fredda che si contrastano, piu' è probabile che l’evento sia devastante.

“La grandine è un tipo di precipitazione composta da granelli di ghiaccio le cui dimensioni sono superiori ai cinque millimetri: si forma all’interno del cumulonembo (la nube tipica dei temporali che si estende anche oltre i 10 chilometri di quota) nella sua parte alta. A quel punto, le forti correnti calde e fredde all’interno della nube fanno in modo che i chicchi percorrano diversi moti, ascendenti e discendenti. Ogni volta che i chicchi effettuano questo percorso si ingrossano sempre di piu' fino ad un punto critico che li fa precipitare (quando il peso supera la forza delle correnti che li mantengono "sospesi)”.

Secondo la Coldiretti: “L'estate 2021 registra fino ad oggi il maggior numero di tempeste di ghiaccio dell'ultimo decennio con un record negativo di 386 eventi e con un aumento geometrico rispetto ai 31 del 2012 o ai 27 del 2015. L'incidenza diventa piu' marcata dal 2018 in poi quando si registrano 92 grandinate che nel 2019 raddoppiano (198), restano a livelli preoccupanti (120) nel 2020 per poi raggiungere il picco proprio quest'anno".

Ora si dirà: e noi cosa ci possiamo fare? Tenendo presente che spesso alle “grandinate” si accompagnano le tristemente note “bombe d’acqua” e sapendo che sotto San Michele si dipanano diversi cunicoli e rivi interrati; la continua cementificazione, il cambio di destinazione d’uso dei terreni aperti, la mancanza di una cultura della prevenzione possono arrecare seri problemi.

Smettiamola di definire “innovativi” processi di sviluppo pensati venti-trenta anni fa: se per la mobilità si pensa alla TAV per i pochi contrapposta all’alta capacità per i pendolari e il Filobus dovrebbe portare ancora le tiracche con conseguente abbattimento di foreste di Alberi, se viviamo grazie ad una logistica orientata al consumo e all’inquinamento (si pensi alle lunghissime filiere dei Megastore e della vendita globale On Line), per non parlare del trattamento dei rifiuti che si pensa ancora di incenerire e del modello di città sempre piu' centralizzato attorno agli attrattori di traffico.

In un vecchio film di Ridley Scott (Blade Runner) Harrison Ford, nella scena in cui il Replicante Rutger Hauer lo risparmia mentre il suo tempo di Cyborg sta per finire, pronuncia la mitica frase: “Io non so perché mi salvò la vita, forse in quegli ultimi momenti amava la vita piu' di quanto l'avesse mai amata... Non solo la sua vita: la vita di chiunque, anche la mia vita ”.

Personalmente ho imparato a rispettare la forza vitale, a curarmene nella sua universalità, c’è chi invece la brucia in fretta solo per se stesso e per i suoi compagni di merende.

All’approssimarsi del prossimo temporale osserviamo pure in alto ma con fare guardingo guardiamoci finalmente anche intorno...

 

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