Non si comprano dal verduraio, ma sono pieni di sorprese
I "Pissacani" sono senza ombra di dubbio le erbette selvatiche più diffuse sulle tavole primaverili contadine del vicinato. E’ una pianta facile da trovare nei campi aperti e sufficientemente soleggiati.
Secondo antica tradizione questa pianta possiede varie proprietà medicinali: depurative, disintossicanti e diuretiche. A questa ultima caratteristica si deve probabilmente il suo pittoresco soprannome locale.
Già nell’antica farmacopea medievale veniva usato anche come collirio contro diversi tipi di mal d’occhi, da cui uno dei nomi dialettali basso-veneti del tarassaco: brusa-òci (che brucia gli occhi).
Nel Tarassaco (il nome del "Pissacan" in Italiano) trovano impiego praticamente tutte le parti della pianta. A fini alimentari si utilizzano preferibilmente le foglie giovani, prima della fioritura, raccolte allo stato spontaneo in tutta la penisola.
In gastronomia lo si consuma fresco, bollito o saltato in padella e rientra in numerosi piatti.
Anche i fiori possono essere apprezzati in insalata, mentre in passato le radici erano usate come succedaneo del caffè, previa tostatura. In alcune regioni il lattice della radice era impiegato come caglio vegetale nella produzione di formaggi, a causa della presenza di particolari enzimi al suo interno.
I suoi fiori vengo utilizzati ancora oggi per preparare uno speciale composto dolce, ottenuto tramite la cottura dei petali del fiore, arricchito con zucchero e acqua. Il risultato finale ha l’aspetto e anche il sapore molto simile a quello del vero miele.
Il nome italiano "Tarassaco" potrebbe derivare dall'arabo"Tarakcheken" e significa pianta da insalata. Era considerata la pianta della profezia, poiché, secondo la tradizione, se si esprime un desiderio e con un solo soffio si fanno volare tutti i semi (i famosi Soffioni), il desiderio si avvera.
Curiosità: alcuni anni fa (2014) alcuni Sora-Stanti veneti volevano obbligare il popolo ad un patentino per andare nei campi e raccogliere i Pissacani. Accortisi che si stavano coprendo di ridicolo, ritirarono imbarazzati e in fretta e furia la proposta.
Il nostro consiglio culinario è molto semplice: stufate le foglie di Tarassaco in padella con un filo di olio extravergine d’oliva e uno spicchio d’aglio, meglio se Ursino. Prima di servire, unite qualche goccia di succo di limone e buon appetito…