Non pare che andrà tutto bene

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Vi racconto una storia personale:

Il 6 ottobre 1973 iniziò la cosiddetta guerra dello Yom Kippur, in cui furono coinvolti Siria, Egitto ed Israele. Io ero un bambino benestante, mio padre guadagnava circa il triplo di quello che prendeva un operaio generico e la nostra casa in costruzione era arrivata a metà dell’opera.

Quella guerra aggravò molto la crisi economica che in quegli anni aveva cominciato a colpire Europa e Stati Uniti.

I paesi dell’OPEC (I produttori di petrolio) decretarono un embargo che mise in ginocchio anche la nostra economia. Fu un periodo di austerità feroce e di perdita di decine di migliaia di posti di lavoro.

Il punto è che, a cascata, gli ordinativi della fabbrica dove operava mio padre, e alla quale dedicava tutto se stesso, si ridussero a zero e noi ci ritrovammo poveri in canna. Allora non esistevano nè i “ristori”, nè la cassa integrazione. La casa, i sogni, il radicamento sociale, andò tutto a Putt*ne. Nella vita, purtroppo, questi rovesci possono capitare e nessuno deve farsene una "colpa".

Ora io so che oggi qui, nel mio paese, San Michele Extra, ci sono molte persone in difficoltà per questo fottuto COVID (e non solo): perché hanno perso un congiunto, perché si sono ammalate, perché hanno visto dissolversi il loro lavoro, perché hanno l’attività bloccata, perché il loro equilibrio economico e/o psicologico si è infranto.

So che ci sono persone che dormono in case ghiacciate, o sotto un telone, che devono scegliere tra il pranzo e la cena, che non possono permettersi di pagare certe medicine, per non parlare delle bollette.

So anche che per dignità o per orgoglio, in molti/e preferiscono soffrire in silenzio anche per non prestare il fianco alle malelingue e queste privazioni rimangono nascoste, così possono far sembrare la situazione “sotto controllo”, ma le cose non stanno proprio così.

So che, tra di noi, operano persone in gamba per aiutare chi ha bisogno, conoscono le priorità, sanno dribblare per esperienza i profittatori. Loro, seppure tra mille difficoltà e sacrifici personali, mettono in campo fatti con lo scopo di rispondere, per quanto possibile, a questa crisi e a ciò che ne seguirà e lo facevano anche prima...

A volte un paese viene travolto da una frana e può succedere che metà case vengono sommerse, metà salvate. Se si fa parte della parte “giusta”, non si deve pensare di essere stati “miracolati”, o che il Signore ci voglia particolarmente bene, ma solo che ci è andata di C*lo. Una Comunità seria, in questi frangenti, si stringe, si aiuta, secondo le possibilità di ciascuno/a.

La povertà non è uno stato di cui vergognarsi, la disonestà lo è, la violenza sul piu' debole, la taccagneria lo sono.

San Michele Online fa la sua donazione e chiede con cortesia a voi che leggete di fare altrettanto, se potete. Se vi serve un orientamento, potete cliccare sul link sottostante, ci sono piu' opzioni e tutte locali.

Non risolveremo i mali del mondo, ma allevieremo alcune sofferenze vicine e concrete, magari sentendoci tutti/e meno soli/e.

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