Occorrono piste dedicate, ma sulla Carreggiata...

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E’ diventato abbastanza frequente incrociare dei ciclisti sopra i marciapiedi del nostro Quartiere.

Ora è evidente che su certe strade si rischia di venire investititi, ma ci sono delle regole previste dal codice della strada, oltre che dal buon senso.

Sembra invece farsi largo l’idea che una bella striscia di vernice blu sul magro marciapiede (pensate alle vie Unità d’Italia e Antonio Salieri) possa risolvere il problema di una città non a misura di ciclisti, ma neanche di pedoni, entrambi utenti deboli della strada.

I percorsi ciclo-pedonali sono altra cosa, devono essere adeguatamente segnalati e hanno bisogno di tanto spazio, sia come visibilità, sia come larghezza della carreggiata, per non parlare del fondo.

Come stabilito nei regolamenti internazionali, in genere il marciapiede deve avere almeno 1,5 metri di larghezza libera da ostacoli affinché due persone si possano incrociare senza interferenza; nelle strade principali a maggiore densità la larghezza deve essere almeno 2,5 metri e di 3 nelle zone commerciali (senza contare lo spazio dedicato ai plateatici, ai pali della luce e agli alberi).

Nel nostro Quartiere le porte di casa si affacciano direttamente sul marciapiede e, ad essere possibilisti su certi comportamenti, si rischia di agevolare incidenti e litigi.

E’ una questione di rispetto: c’è il diritto di una persona anziana, di un non vedente, di un portatore di handicap, di una carrozzina di uscire di casa senza rischiare di venire investiti da un ciclista in vena di avventura o da un monopattino volante e nel contempo di non venire ostacolati sul proprio cammino.

In una visione di mobilità sostenibile e di una città giusta ed equa, le priorità infrastrutturali dovrebbero essere:
1. pedoni e persone con handicap
2. ciclisti
3. chi usa il trasporto pubblico
4. automobilisti

D’altra parte se in centro si costruiscono mega-parcheggi e non si scoraggia l’uso dell’automobile, non dovrebbero essere i piu' deboli a pagare lo scotto di una mobilità piena di rotonde, parcheggi e piste ciclabili urbane che non di rado si perdono nel nulla.

Viviamo in un Quartiere dove si immagina un ascensore per ciclisti che scavalchi Viale Venezia, le linee ferroviarie e quelle future dell’alta velocità per recarsi nel nuovo centro sportivo-commerciale per “bella gente che andrà a prendere l’aperitivo” (parola di Numero Uno) e nessuno si mette a ridere sulla sua fattibilità.

Il problema non si risolve mettendo in atto un conflitto tra ciclisti e pedoni, o tagliando gli alberi, ma penalizzando le carreggiate dedicate alle automobili.

Questo però nessun Sora-Stante lo fa perché sarebbe molto impopolare e allora comanda il codice della strada (articolo 1143): “I veicoli sprovvisti di motore (come le bici) devono essere tenuti il piu' vicino possibile al margine destro della carreggiata”.

Carreggiata, non Marciapiede...

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I Marciapiedi non sono Piste Ciclabili https://sanmichele.online/ Jasmeno

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